Descrizione degli elaborati e delle azioni proposte
Il progetto prevede una pluralità di azioni distinte, sintetizzabili in:
LINEE GUIDA PER LA SEGNALETICA E LE ATTREZZATURE:
LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DI PERCORSI ACCESSIBILI:
PROGETTO TERRITORIALE:
- INDAGINE CONOSCITIVA
Carte dei motivi di interesse (mète) - Perchè andare
Beni naturali
Elenco
Relazione
Beni culturali
Elenco
Relazione
Carta dell’accessibilita’ e fruibilita’ dei motivi di interesse - Come arrivare e come fruire
Accessibilità
Elenco
Carta delle possibilita’ di ristoro e pernottamento - Dove mangiare e dormire
Strutture ricettice
Elenco
Relazione
Carta dei soggetti - Chi può fare
Individuazione degli attori nei diversi settori d’intervento
Relazione
Carta delle criticità - Chi può fare
Percorribilità, strutture ricettive, approvigionamento idrico, etc.
Relazione
Tavola di interrelazione
Ricognizione della progettualità
Azioni proposte
Carta dei progetti generali e delle linee guida - Come fare
Database e definizione ambiti di riferimento
Rete territoriale – strutture
Rete territoriale – infrastrutture
Rete territoriale – sistema di ecomusei dell’alta via dei monti liguri
Carta dei progetti pilota - Dove, cosa e con chi fare
C.S.T. – Percorsi accessibili – presidi – ecomusei
Descrizione tavole
INDAGINE CONOSCITIVA
- CARTE DEI MOTIVI DI INTERESSE (Mète) - perché andare
Analisi critica dello stato attuale e delle potenzialità:
MOTIVI DI INTERESSE ESISTENTI (i valori presenti sul territorio così come sono oggi e come potrebbero diventare)
Proposte di progetto:
MOTIVI DI INTERESSE CREATI (i motivi di interesse messi in luce o creati)
- CARTA DELL’ACCESSIBILITA’ E FRUIBILITA’ DEI MOTIVI DI INTERESSE come arrivare e come fruire
Analisi critica dello stato e delle potenzialità:
ACCESSIBILITA’ ESISTENTE (come si arriva oggi e come si potrebbe arrivare: accessibilità generale (all’intorno) e accessibilità specifica (alla mèta))
- Viabilità carrabile, ciclabile, equestre, pedonale,
- Gradi di difficoltà, stato di manutenzione
- Sistemi di trasporto operanti (treno, bus, …)
Proposte di progetto:
ACCESSIBILITA’ MIGLIORATA O CREATA
- CARTA DELLE POSSIBILITA’ DI RISTORO E PERNOTTAMENTO - dove mangiare e dormire
Analisi critica dello stato e delle potenzialità:
agriturismi, B&B, rifugi, esistenti, idoneità strutture e gestione,…
- CARTA DEI SOGGETTI - chi può fare
Analisi critica dello stato e delle potenzialità:
SOGGETTI LOCALI ESISTENTI (i soggetti presenti sul territorio così come sono oggi e come potrebbero diventare)
- CARTA DEI PROGETTI PILOTA - dove, cosa e con chi fare
Incrociando i dati delle quattro "carte", in particolare sulle Mète e sui soggetti, si può stabilire una graduatoria di potenzialità e fattibilità per concrete prospettive di sviluppo.
Si individuano ambiti, interventi, soggetti su cui puntare con progetti pilota localizzati sul territorio.
- CARTA DEI PROGETTI GENERALI E DELLE LINEE GUIDA - come fare
LINEE GUIDA
L’importanza degli ecomusei
Tra le principali azioni proposte dal progetto , vi sono quelle relative all’individuazione di percorsi di valorizzazione del territorio attraverso la strutturazione di un Sistema di Ecomusei , quale importante opportunità di sviluppo degli ambiti di riferimento dell’Alta Via.
Tali proposte, costituiscono una "banca delle idee", una Banca dati a disposizione degli Enti locali, utile a favorire l’interprogettualità e l’aggregazione di soggetti diversi; soggetti che abbiano la forza di mettere a punto progetti di rilancio del territorio.
L’ecomuseo e’ divenuto negli ultimi anni un punto di riferimento importante nella definizione di azioni volte allo "sviluppo sostenibile". In quanto strumento di riequilibrio dinamico del territorio , l’ecomuseo propone una ponderata valorizzazione della ricchezza naturalistica e della stratificazione storica ed economica dei luoghi.
L’ecomuseo e’ anche una rete delle risorse divulgative e formative del patrimonio ambientale e produttivo - e quindi culturale - di un determinato contesto territoriale; il suffisso "eco" e’, infatti, riferito all’intreccio dei due fondamentali fattori di sviluppo del tessuto antropico: l’ ecosistema e l’ economia .
Sviluppare l’ecosistema significa, innanzi tutto, valorizzare la componente sociale presente sul territorio. Tale "sviluppo" deve passare attraverso la valorizzazione delle identità locali e della "memoria" quali elementi identificanti del territorio rappresentati, in particolar modo, dalla cultura materiale - quale settore della cultura, non assoggettabile ai riconosciuti canoni estetici, che si esprime con oggetti e segni del vivere quotidiano - e dal paesaggio - quale prodotto culturale in cui si sono sedimentati e stratificati secoli di, costruttivo rapporto intellettuale con l’ambiente -.
<<se la pianificazione ha avuto una responsabilità primaria nel favorire un degrado ambientale crescente, non potrà, non avere un ruolo essenziale nella ricerca di un nuovo equilibrio ecologico >> - da "Rete ecologica e pianificazione territoriale" di M. Sargolini – Università. di Camerino.
La convenzione europea sul paesaggio (Firenze, Ottobre 2000) riconosce il ruolo sociale e culturale (oltre a quello ecologico) del paesaggio e definisce una politica di gestione che mira a salvaguardare i caratteri identitari, orientare ed armonizzare le trasformazione provocate da processi sociali, economici ed ambientali, guidare forme di valorizzazione, di ripristino e creazione dei paesaggi.
I punti di forza della promozione delle politiche ecomuseali sono costituiti:
Nella visione proposta dalla convenzione europea, infatti, gli ecomusei " rappresentano uno strumento strategico per rilanciare i valori identitari che trovano espressione nel paesaggio, in quanto prodotto evolutivo dell’interazione tra fattori naturali e culturali.
Alcuni esempi (vd. tavv. "Sistema di Ecomusei") riguardano: l’archeologia, gli antichi feudi medioevali, l’acqua, il bosco, le attivita’ manifatturiere (ferro, vetro, tessile – es. damaschi di Lorsica), il settore minerario, ma anche la 2^ guerra mondiale, etc.
Lo slogan "en avant la mémoire" – prima la memoria - degli ecomusei francesi, si possono identificare musei ed ecomusei che possono farsi interpreti delle culture delle popolazioni e del territorio.
I temi trattati e illustrati, devono essere raccontati "emotivamente"; dalle sedi museali (porte) ai percorsi museali (corridoi) devono riemergere le storie degli uomini e del lavoro, attraverso interviste, animazioni, audiovisivi, oggetti e testi esplicativi di ausilio per la lettura del territorio (complessa quanto il paesaggio ) e della sua storia (toponimi).
Azioni organizzate in sistemi e sottosistemi che mettono in luce gli elementi caratterizzanti del paesaggio delle vallate di riferimento di ciascun segmento di Alta Via e dell’intero percorso consentendo di ripercorrere la dinamica delle connessioni tra ambiente naturale e presenza umana attraverso il tempo storico.
L’intero Sistema di ecomusei dell’Alta Via e’ articolato in sottosistemi d’ambito, sottosistemi locali e "unita" che si traducono in poli museali , centri documentari e laboratori didattici con specializzazioni tematiche diversificate per ciascun ambito di riferimento al fine di valorizzare le singole identita’ ma anche di aumentare le potenzialita’ di ogni singolo polo, collegati da corridoi.
La realizzazione degli ecomusei, cosi’ come quella dei C.S.T., stretti tra volonta’ politica da una parte e capacita’ e volonta’ organizzative delle Comunita’ locali dall’altra, e’ problematica e faticosa e rappresenta un processo complesso e ambizioso.
… e dei toponimi
Laddove il patrimonio storico ed etnografico risulta particolarmente depauperato, se non addirittura scomparso, da anni di progressivo abbandono degli spazi rurali, come nel caso delle aree interne marginali della Liguria , l’ecomuseo puo’ trovare la sua massima espressione proprio attraverso il recupero della memoria storica costituita dai toponimi che dovrebbe essere censiti e recuperati, possibilmente nella loro forma originaria.
Camminare, consente di percepire la realtà con tutti i sensi, di fare esperienze pregnanti, lasciando all’uomo l’iniziativa; non privilegia unicamente lo sguardo, a differenza del treno e dell’auto, che favoriscono la distanza dal mondo e la passività del corpo, ammirando passivamente lo "zoopaesaggio", com’è definito da M. Paolini ne "I cani del gas" <<a differenza della ferrovia, l’autostrada non è ignorata dalle attività umane che, anzi, vi fioriscono attorno dove fioriscono attività commerciali e industriali con le insegne girate al guardrail…>>
La marcia è immersione nello spazio, è geografia, meteorologia, ecologia, fisiologia, gastronomia, è un’esperienza sensoriale totale , in cui nessuno dei sensi è trascurato, neanche il gusto, per chi conosce i frutti di bosco, le castagne, ecc.., oltre che sociologica;
c’è chi sostiene che la marcia va fatta da soli, perché la sua caratteristica intrenseca è la libertà: si deve essere liberi di fermarsi o proseguire, di andare da una parte o dall’altra secondo ciò che detta la propria fantasia. Per Stevenson e Thoreau, ad esempio, la marcia è ricerca di contemplazione, di abbandono e sarebbe guastata se la presenza di un compagno di viaggio ci obbligasse alle parole, al "dovere di comunicare"!
Camminare, quindi, è uno scarto rispetto alla modernità; viaggiare a piedi è un gesto trasgressivo, una potente affermazione di libertà.
Chi viaggia a piedi è alla ricerca dei nomi: quello del villaggio successivo, del luogo, della sorgente, etc… Indicatori di senso, che "umanizzano" il percorso e tolgono il mondo dal caos in cui è immerso. Comprendere il mondo significa attribuirgli un significato, cioè nominarlo.
Il nome è un atto di generazione dello spazio; quando questo spazio si riduce a luoghi, quando dialetto, e con esso tradizioni, usi e costumi ed altre testimonianze storiche, rischiano di andar progressivamente perduti, ecco che diventa di fondamentale importanza il significato del recupero dei toponimi.
Riappropriarsi delle "collezioni di toponimi" originari, ossia riappropriarsi della " memoria dei luoghi ",quale valore culturale primario per la riscoperta delle identità locali consente di raggiungere un duplice scopo:
ciò è più che mai vero in Liguria, dove il repentino spopolamento delle campagne ha accelerato il processo di depauperamento del paesaggio inteso nella sua accezione più ampia.
Senza le parole che rendono possibile la comunicazione, senza nomi etermini che descrivono cose eazioni , più o meno complesse, la vita umana praticamente non esisterebbe. La nostra realtà, in tutte le sue infinite variabili, viene identificata proprio attraverso la lingua che la rende concreta. Ecco perché è così importante conoscere i nomi, che non si limitano ad etichettare ma anche a rammentare ciò che è avvenuto raccontando in questo modo la vera memoria di ciò che designano .
I nomi dei luoghi: prati, gioghi, monti, nuclei rurali, alpeggi, boschi, ecc., e le loro mutazioni nel corso dei secoli, costituiscono la memoria del paesaggio e quindi elemento di fondamentale importanza culturale.
Azioni previste: